Come ci poniamo rispetto alla vita ? Come vediamo noi stessi e come vediamo la nostra esistenza ? Come vediamo noi stessi rispetto agli altri ? Come vediamo l’esistenza e la vita degli altri ?
Per cercare di rispondere a queste domande e avere dei modelli semplici con cui le persone e i comportamenti si possano classificare e quindi capire, l’analisi transazionale individua quattro possibili “posizioni esistenziali ” che le persone attivano nella vita.
La decisione di assumere una determinata posizione è presa in epoca antica, nella nostra prima infanzia in risposta agli stimoli ambientali che riceviamo. I genitori e tutte le altre figure di attaccamento determinano la soddisfazione o insoddisfazione dei nostri bisogni e su queste basi prendiamo decisioni sul nostro valore, sul valore degli altri e sulla vita in genere e scegliamo quale copione recitare sul palcoscenico della nostra vita presente e futura.
Le “posizioni esistenziali” descrivono come una persona vede sé e gli altri e influenzano di conseguenza il modo secondo il quale ciascun individuo pensa, agisce ed entra in rapporto con l’altro.
La relazione ha due poli: l’individuo e l’altro, che può essere sia una persona che una situazione, e ciascuno dei due poli può essere vissuto come positivo o negativo.
E’ la posizione nei confronti della vita positiva, ottimista, concreta e “problem solving”. L’altro è una risorsa che viene accettata e con cui si può collaborare. Non scarico sull’altro le responsabilità o, al contrario, non colpevolizzo me stesso per ciò che non è andato a buon fine.
Ci si sente uguale nella differenza: io sono ok come te, pur essendo diverso da te che sei ok. C’è un atteggiamento di ascolto autentico per capire il punto di vista dell’altro e integrare su questo aspetto più approcci differenti necessari alla ricerca in comune di una soluzione.
Le persone che sono in questa posizione hanno spesso alcune o molte delle seguenti caratteristiche:
- non giudicano e accettano gli altri
- hanno una buona autostima
- sono assertivite e fiduciose
- ascoltano e comunicano in modo diretto, chiaro, spontaneo
- hanno aspettative realistiche da sé e dagli altri
- sono flessibili
- sono comprensive, tolleranti, disponibili
- non nascondono le emozioni
- sono ottimiste e tendono a risolvere il problemi
Svaluto l’altro e supervaluto me stesso: la persona si relaziona attraverso il dominio el’esibizione di sé con un comportamento aggressivo, rifiutante e accusatorio. E’ tutta colpa degli altri e le responsabilità personali non esistono. In realtà si sentono vittime e perseguitate e per difendersi da questa idea vittimizzano e accusano gli altri. Spesso si sentono imbrogliate, odiano e incolpano gli altri per le proprie disgrazie, negando di avere un problema personale.
Se ascoltano, lo fanno solo per capire le differenze con i punti di vista dell’altro e per scoprire la falla altrui in modo da poter imporre il loro modo di vedere le cose.
Le persone che sono in questa posizione hanno spesso alcune o molte delle seguenti caratteristiche:
- sono giudicanti e accusatorie, rigide e estremiste
- sono impazienti, competitive, invadenti, prevaricanti, aggressive, autoritarie
- hanno grande stima di sé e non riconoscono i diritti altrui
- hanno bisogno di relazionarsi con persone remissive, fragili e con bassa autostima
Svaluto me stesso e supervaluto l’altro ritenuto più forte e più potente. Dipendono dagli altri e sono inadeguate e incapaci di affrontare le situazioni.
A poco a poco il soggetto si ritira dalla relazione con gli altri, cade nella depressione e ritiene che la sua vita non valga molto. Se ascoltano è solo per compiacere.
Le persone che sono in questa posizione hanno spesso alcune o molte delle seguenti caratteristiche:
- hanno scarsa autostima con atteggiamenti vittimistici e perdenti
- non accettano complimenti o sollecitazioni positive
- si sentono a disagio nelle relazioni
- sono depresse, ansiose, autocritiche, sottomesse, scusanti, timorose, timide, silenziose, appartate
Svaluto me stesso e l’altro. “Non si può fare niente”. Rassegnazione e depressione.
Percepite come disinteressate verso gli altri, chiuse, negative e pessimiste.
Le persone che sono in questa posizione hanno spesso alcune o molte delle seguenti caratteristiche:
- hanno scarsa autostima
- sono depresse e senza speranze, rassegnate all’infelicità
- sentono che tutto è inutile
- non assumono iniziative, scaricano problemi e difficoltà
Ogni persona ha una posizione esistenziale “preferita” e che sente sua sulla base di antiche decisioni di sopravvivenza; tuttavia è possibile che la stessa persona assuma posizioni diverse sulla base degli stimoli ambientali e dei momenti di vita. Inoltre, anche la posizione che preferiamo, e che probabilmente usiamo più spesso o sempre, può essere rivista sulla base di nuove esperienze, di nuove consapevolezze e di nuove relazioni.