Essere OK nell’era delle App

Essere OK nell’era delle App

Si può superare il paradosso comunicativo delle relazioni digitali; costruire salute nel cambiamento tecnologico; conoscere ed evitare gli effetti collaterali dannosi di Internet e dei Social Media. Noi ci crediamo

Evento gratuito previa registrazione utilizzando questo link:

17 Maggio 2019, Performat Salute Roma, 18.00 19.30

Download materiale Congresso Performat, Pisa 13 Aprile 2019

Settimana del cervello 2019

Settimana del cervello 2019

Settimana del cervello 2019

11-15 marzo 2019

La Settimana del Cervello (Brain Awareness Week) è una celebrazione fuori dal comune e dagli schemi. La sfida globale lanciata dalla Dana Alliance for Brain Initiatives dà l’opportunità di concentrare l’attenzione sulle scienze del cervello e sull’importanza della ricerca in questo ambito.

Performat Salute partecipa con due talks di Anna Emanuela Tangolo e Alessandro Barelli sul tema del disagio psichico nell’era digitale.

Relazioni digitali: paradosso comunicativo, Alessandro Barelli, 2019

Attaccamento e ansia nell’era digitale, Anna Emanuela Tangolo, 2019

Le due sessioni dal titolo: “Cervello e mindfulness, quale salute per cervelli troppo connessi ?” svoltesi sia a Spoleto che a Perugia, hanno riscosso un importante successo sia in termini di partecipazione numerica che di riscontri e interazione da parte dei presenti. Gestire le relazioni e capire i malesseri psichici nell’era delle app, è argomento molto sentito e che attiva riflessioni importanti.

Malessere digitale - Alessandro Barelli Psicoterapeuta - okness.it

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i-Pathology: la salute mentale degli i-Gen

i-Pathology: la salute mentale degli i-Gen

Ci piacerebbe tornare indietro ai bei vecchi tempi quando mamma ci cantava la ninna nanna: ora siamo stressati

Così recita la canzone Stressed Out dei Twenty One Pilots che è stata al secondo posto della Top 100 di Billboard per il 2015 e il video ha avuto più di 800.000.000 di visualizzazioni su YouTube. Una studentessa della Asbury University ha scritto che nella canzone “c’è scritto per filo e per segno quello che pensiamo…ci ha preso veramente”. Nel video, il cantante Tyler Joseph ha il collo e le mani dipinti di nero che definisce una metafora dello stress, una specie di senso di soffocamento. Vedere nero…depressione !

Chi sono gli i-Gen ?

I” sta per Internet e “Gen” sta per Generation. I nati tra il 1995 e il 2012 sono cresciuti con il cellulare in mano, sono su Instagram da quando andavano alle scuole medie e non hanno ricordi di un mondo senza Internet. Il potere assoluto che lo smartphone ha su questa generazione ha delle conseguenze in ogni ambito della loro vita, dalle interazioni sociali alla salute mentale. Sono la prima generazione ad aver sempre avuto internet a portata di mano. Di fatto gli i-Gen sono gli adolescenti, i teenager. Questa generazione è modellata oltre che dal progresso tecnologico anche da altri fattori come in individualismo e l’ineguaglianza di reddito. Gli i-Gen si distinguono dalle generazioni precedenti per il loro modo di impiegare il tempo, per quello che pensano e come si comportano riguardo alla religione, sesso, alla politica. Socializzano in modo completamente nuovo, respingono tabù sociali un tempo inviolabili, hanno aspirazioni di vita completamente diverse. Sono ossessionati dal tema della sicurezza, sono molto preoccupati per il loro futuro economico e sono contrari a qualsiasi discriminazione sessuale, razziale, e di orientamento sessuale.

A questo si deve aggiungere purtroppo che sono anche in prima linea nella peggiore epidemia di disturbi psichici degli ultimi decenni che dal 2011 a oggi ha visto un incremento significativo sia dei casi di depressione che di quelli di suicidio tra gli adolescenti. Gli i-Gen costituiscono la più grave emergenza di salute psicologica giovanile degli ultimi decenni.

Tutto (non) è meraviglioso, la positività implacabile cede il passo

Internet e la società in generale promuovono oggi una positività senza pausa. I social media sono concentrati esclusivamente sui momenti felici, nei selfie tutti sorridono. Questa positività implacabile ha le sue origini in una tendenza già presente nelle generazioni precedenti basata sul crescente individualismo e le persone molto più concentrate su se stesse che sulle norme sociali. L’individualismo è dietro ai cambiamenti culturali fondamentali degli ultimi decenni sia quelli considerati positivi (l’affermazione dei pari diritti indipendentemente dalle etnie, dal genere e dall’orientamento sessuale) sia quelli considerati negativi come la convinzione che tutto sia dovuto. L’individualismo incoraggia a sentirsi soddisfatti di se stessi e non per quanto si dovrebbe ma al di là del legittimo. La visione positiva di se stessi è un marchio delle culture individualistiche che incoraggiano l’autopromozione e l’autostima. Questa marea individualista è montata negli anni 90,e nel 2000  la generazione precedente gli I-gen, cioè i nati tra il 1980 e il 1994 (I cosiddetti Millennial), ha rapidamente guadagnato la reputazione di una generazione troppo sicura e con aspettative troppo alte e irrealistiche causate dall’eccesso di autostima e dal narcisismo. Con gli i-Gen questa tendenza si è invertita e lo smisurato egocentrismo di certi Millennial cede il passo alle modeste aspettative degli iGen. Gli i-Gen sono meno felici e il crollo della soddisfazione di vita ha spazzato via in pochi anni oltre due decenni di ottimismo esasperato.

ipathology - Alessandro Barelli Psicoterapeuta - okness.it

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FOMO (??): una nuova sindrome fobico-depressiva ?

Così gli iGen chiamano la sensazione di “stare perdendo qualcosa”: Fear Of Missing Out. Gli adolescenti una volta sapevano degli avvenimenti sociali dalle relazioni in presenza, a scuola, per sentito dire; ora possono vedere subito le immagini di quello che si stanno perdendo. Una vera propria ricetta per la solitudine.

Il paradosso consiste nel fatto che la comunicazione digitale permette di essere in contatto anche se fisicamente distanti: scambi continui di foto e messaggi, tutti sanno quello che si sta facendo, in tempo reale. Eppure gli iGen si sentono più soli delle generazioni precedenti: un vero e proprio paradosso del digitale: la percentuale di 13-14enni e 15-16enni che si sentono soli è aumentata del 31 % dal 2011 al 2015, un cambiamento colossale in appena 4 anni !! E nell’età del FOMO gli adolescenti si sentono più esclusi. Ma da cosa è causato tutto ciò ?

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Meccanismi dannosi legati alla comunicazione digitale

Con quali meccanismi i social media hanno un ruolo nell’insorgere di disturbi depressivi ? La maggioranza dei post pubblicati nei social riguarda successi e notizie positive; ciò causa un senso di inadeguatezza e di fallimento a causa della falsa percezione che gli amici in rete sono perfetti e non sbagliano mai. Questa falsa percezione sarebbe facilmente smantellata trascorrendo più tempo fisico con gli amici in modo da capire che tutti sbagliano e che tutti possono avere momenti negativi e infelici. “sei sempre lì a sentire le cose meravigliose che fa la gente in rete e ogni volta mi chiedo: e io cosa sto facendo ? Che cosa dovrei fare ? Sono alla loro altezza ?”

Un altro meccanismo è quello della delusione di non ricevere risposte immediate o abbastanza like. Lo stress di sapere che è il tuo messaggio è stato ricevuto e visto ma che non ottiene risposta: domande del tipo: “esisto ?”, “sono viva ?” si fanno avanti di fronte all’assenza di risposta.

Infine l’ossessione del selfie perfetto contagia ormai in modo diffuso soprattutto, ancora una volta, le ragazze; questa mania ha amplificato le alterazioni dell’immagine corporea di ragazze che a caccia di like scattano centinaia di foto prima di ottenere quella giusta ma alla fine sono comunque insoddisfatte.

iPathology: anche depressione maggiore e suicidio ?

L’aumento di sensazioni come la solitudine, la depressione e l’ansia è stato accompagnato anche da aumento della depressione diagnosticabile ed il suo esito estremo, il suicidio ? Lo studio Nazionale americano su abuso di droga e salute condotto dal Dipartimento della salute e dei servizi umani degli Stati Uniti, testimonia una sconvolgente impennata della depressione in un breve arco di tempo: gli adolescenti che hanno avuto un episodio depressivo maggiore nel 2015 sono aumentati del 56% rispetto al 2010.

E poiché la depressione maggiore, soprattutto nei casi gravi, è un fattore di rischio di suicidio, il tasso di suicidi tra gli adolescenti, dopo un calo alla fine degli anni 90, si è di nuovo alzato.

ipathology - Alessandro Barelli Psicoterapeuta - okness.it

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iPathology: malattie da smartphone o ci sono altre cause ?

Cambiamenti così grandi e repentini devono avere una causa specifica dall’impatto notevole. La corrispondenza temporale tra iGen e uso di smartphone e social media è chiara. La comunicazione digitale causa solitudine e senso di esclusione o è vero il contrario, chi si sente solo usa di più smartphone e social media ? In realtà, il repentino aumento del senso di solitudine rende più probabile che l’uso dello smartphone abbia indotto l’aumento del senso di solitudine e di esclusione piuttosto che il contrario. Se la solitudine induce ad usare di più lo smartphone, l’improvviso aumento del senso di solitudine senza ragioni avrebbe causato un aumento parallelo della popolarità dello smartphone che non si è verificato. L’ipotesi più probabile, quindi, è che si sia verificato prima il successo degli smartphone, che a sua volta ha causato un aumento del tempo schermo, che a sua volta ha determinato una crescita del senso di solitudine tra gli adolescenti.

Un altro fattore che potrebbe aver avuto influenza sulla brusca impennata di depressione tra i teenager è la grande recessione degli anni 2007-2009. Ma, pur essendosi presentata all’improvviso, i tempi non coincidono; infatti, la disoccupazione, uno dei migliori indicatori degli effetti dell’economia sulle persone, ha raggiunto l’apice nel 2010 per poi diminuire: la depressione ha avuto un andamento opposto, rimanendo stabile fino al 2012 per poi aumentare. Al contrario, gli smartphone sono diventati, nello stesso periodo, sempre più popolari.

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L’incremento del senso di solitudine è stato particolarmente evidente nelle ragazze: le ragazze usano più spesso i social media E quindi hanno più occasioni di sentirsi escluse e sole quando vedono che amici e compagni di classe si incontrano senza di loro. Infine i social media sono un veicolo perfetto per le aggressioni verbali che le ragazze preferiscono. Le femmine corrono un rischio doppio rispetto ai maschi di subire cyberbullismo.

Negli ultimi anni il numero di adolescenti che concordano con la affermazione ”La mia vita non è utile” è aumentato in modo esponenziale; parallelamente è diminuito il consenso all’affermazione ”amo la vita come chiunque”. Come per il senso di solitudine e di esclusione, anche questi indicatori di depressione sono più comuni tra le ragazze che come sappiamo passano più tempo dei maschi sui social media.

Un altro fattore che potrebbe causare problemi di salute mentale tra gli adolescenti è la pressione scolastica. Un buon indicatore di pressione scolastica è il tempo usato per i compiti a casa: questo tempo non è molto cambiato rispetto ai decenni precedenti e gli studenti che dedicano più tempo ai compiti a casa hanno un rischio relativo di sintomi di depressione grave negativo.

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Per poter dire che l’aumento dei problemi di salute mentale tra gli adolescenti è legato alla comunicazione digitale sono necessari due test: la causa deve essere correlabile in modo affidabile e sensato e il cambiamento deve essere avvenuto nello stesso lasso di tempo e nella direzione congruente. Le uniche tre attività che superano ampiamente entrambi i test sono:

  • tempo-schermo (correlazione positiva)
  • interazione sociale (correlazione negativa)
  • carta stampata (correlazione negativa)

Il tutto riporta in un modo o nell’altro al tempo trascorso davanti ad uno schermo con i nuovi media.

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Smartphone e sonno

Un ultimo sguardo allo schermo prima di dormire ? Non riuscire a staccarsi neanche di notte dallo smartphone, nasconderlo sotto le coperte per non essere ripresi dai genitori, dormire meno di sette ore per notte quando ce ne vorrebbero nove, alzarsi la mattina già stanchi.

Negli ultimi anni, la percentuale di adolescenti deprivati del sonno è cresciuta in modo esponenziale; anche questa volta in quasi perfetta concomitanza con l’aumento di popolarità e uso dello smartphone. E ancora una volta il tempo-schermo è direttamente correlato, più di altri fattori, al rischio di insonnia.

La carenza di sonno produce danni sia al corpo che alla mente e la depressione potrebbe riconoscere anche questa concausa.

ipathology - Alessandro Barelli Psicoterapeuta - okness.it

 

Che cosa si può fare ?

L’assenza di matematica certezza del nesso causale tra smartphone/social media e disagio psichico non autorizza a non prendersi cura del problema visto che gli iGen saranno tra pochissimo adulti inseriti nel mondo del lavoro e nella società.

Che cosa si può fare per limitare e danni senza svalutare o annullare i molti vantaggi che la digitalizzazione oggi comporta per tutti ?

Un primo importante passo è quello di rendere consapevoli del problema il maggior numero di persone possibili, di tutte le età, di tutti i livelli socio-economici. Probabilmente non sarà possibile e neanche giusto fare a meno di Google Maps per controllare il traffico sulla strada di casa, ma potrò evitare di controllare i like al mio ultimo post mentre raggiungo la mia auto al parcheggio sotto una pioggia battente ….

Gli amori cattivi cioè amore e odio nel narcisismo patologico

Gli amori cattivi cioè amore e odio nel narcisismo patologico

Perché a volte, direi spesso, le persone si “innamorano” di partner psicologicamente disagiati o decisamente affetti da narcisismo patologico ?

In queste situazioni è frequente sentir dire: “non riesco a resistere al suo fascino…” nonostante il partner sia inaffidabile e anaffettivo; questa attrazione irresistibile che vince su tutte le sofferenze e le frustrazioni sembra essere elemento essenziale per provare attrazione sessuale o mantenere vivo il desiderio o per accrescere il senso di onnipotenza. E’ il così detto fascino dell’amore che fugge.

Perché le persone hanno bisogno di riproporre relazioni malate e cercano partner anaffettivi, svalutanti, abusanti sia a livello psicologico che fisico ?

Chi cerca questa tipo di relazione è  spesso vittima di un’antica ferita abbandonica, quasi sempre inflitta da genitori narcisistici. La spinta inconsapevole è legata al desiderio inconscio di riparazione, un intento curativo: “io posso salvarti” e tanto più l’oggetto amato è inadeguato, sofferente, sfuggente, tanto più l’altro si ostina in modo cieco ed ossessivo a volerlo aiutare o comunque a tollerare i suoi comportamenti con l’inconsapevole aspettativa che arriverà la redenzione del partner e quindi l’eterna gratitudine.

Questo tipo di relazioni malate sono sbilanciate, con una parte nel ruolo di vittima e una nel ruolo di salvatore. Generalmente la vittima usa schemi masochistici e auto-distruttivi che le sono familiari; è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione soprattutto quando si è abituati ad essere abusati psicologicamente. Il salvatore si rivela invece inaffidabile e manipolatore solo dopo che la persona è entrata in relazione con l’altro; infatti i narcisisti si mostrano come la donna o l’uomo ideale, per poi togliere la maschera quando sono certi di averlo/a conquistata. Tolta una maschera se ne indossa un’altra, ad esempio ci si scambia il ruolo con la vittima che diviene persecutore e il salvatore che diviene vittima.

I narcisisti sono dei simulatori raffinati e fingono su qualsiasi cosa: interesse, preoccupazione, amore, affidabilità, simpatia; sono dei predatori che si mimetizzano per confondersi con la natura e ingannare la preda. Alexander Lowen ( Il narcisismo, l’identità rinnegata, Feltrinelli, Bologna,1983), padre della bioenergetica, diceva che i narcisisti sono “simulatori per eccellenza”, poiché in realtà non posseggono una loro un’identità; la loro vera identità è stata rinnegata e non riconosciuta in tempi arcaici; vivono utilizzando un Falso Sé.

I partner narcisisti si incolpano a vicenda di non essere abbastanza presenti, abbastanza premurosi, abbastanza interessati; oppure si incolpano di chiedere eccessivamente in momenti per loro dolorosi; non è mai il momento giusto per ricevere o dare amore e qualsiasi tipo di preoccupazione (lavoro, malattia, etc) è buona per celare la loro incapacità di amare e per convincere il partner giorno dopo giorno che la colpa è sua.

Viviamo in una società narcisistica, basata su messaggi più o meno espliciti riguardo a successo, fama, felicità, potere mentre mancano i riferimenti alla morte, all’abbandono, alla perdita. E’ vietato essere fragili mentre mostrarsi forti e sicuri è indispensabile per poter essere riconosciuti. Per questo è spesso problematico determinare quali tratti indichino un disturbo di personalità narcisistico e quali tratti siano dei semplici adattamenti socio-culturali.

I narcisisti si comportano nelle relazioni come se vivessero con un nemico da controllare e gestire. Utilizzano la seduzione per invadere la sfera emotiva dell’altro rubando energia a tradimento e utilizzando ricatti affettivi. Il narcisista non vuole scoprire la sua ferita abbandonica e non vuole affrontare la sua rabbia primaria; la rabbia viene rivolta su se stesso oppure viene espressa nell’inconscio desiderio di distruggere quello che non riesce a essere.

Un bambino non è capace di disegnare come il suo amico e prova una profonda invidia; allora lo seduce mostrandosi amico e chiedendo di imparare a disegnare bene; subito dopo essere entrato in relazione, però, lo critica e lo distrugge proponendosi come superiore e migliore.